“Angelo Adorante”

tuttotondo in terracruda patinata e foglia d’ottone.

25x28x53 cm

Bologna 1997

 

Questa scultura in terracruda raffigura un angelo le cui ali invisibili sono ripiegate e racchiuse sotto lo sfavillio dorato. Gli occhi sono socchiusi, il viso rivolto verso l’alto è disteso, in ascolto, le mani sembrano nascere dal cuore per tendere verso l’alto l’offerta del proprio amore e della propria preghiera.

Tutto intorno il mondo si muove, ma lui è fermo, rivolto alla sua unica luce al suo supremo riferimento.

Quest’opera rappresenta l’offerta, l’adorazione.

E’ l’incarnazione della preghiera, della dedizione assoluta ad un’unica entità per la quale tutto si sacrifica, tutto passa in secondo piano.

Non vi è uno studio di luci autonome, come per altre sculture, l’Angelo Adorante è pensato per riflettere, tinte d’oro, le luci che di volta in volta lo possono raggiungere, come un prisma che rimanda aumentati i raggi che lo colpiscono.

Anche in quest’opera è presente la tematica del Confine: un piano è quello del volto serico, colpito dalla luce, il secondo è il suo negativo, che essendo ultraterreno invece di essere fatto d’ombra è portatore di una più ricca e più colorata luce.

Il vuoto dietro la testa dell’angelo rappresenta la sua immaterialità, così come la deformazione anatomica delle mani che sembrano nascere sotto il viso, senza provenire da un corrispondente corpo.

Pensato per essere appoggiato su un piano, non possiede una propria struttura di basamento.

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